Unlock a New World, Italia!

Finalmente, ecco la canzone ufficiale del nostro contingente! Ci farà compagnia da qui fino in West Virginia e renderà ancora più belli e indimenticabili i momenti che vivremo insieme negli Stati Uniti.
Su, diamoci tutti da fare per sbloccare un nuovo mondo, cantando!

“Unlock a New World, Italia”
Testi e arrangiamenti: T.A.P.S.

Reparto Ponte Vecchio: alla volta dell’America…

Il weekend del 23/24 Marzo si è svolto, nella bellissima città di Firenze, il secondo campetto del Reparto Ponte Vecchio. Ma facciamo un passo indietro…

Era il gelido Novembre 2018 e in quel della base regionale di Sereto (AR) 36 ragazzi e ragazze della Toscana si stavano incontrando per la prima volta per incominciare un’avventura che li avrebbe condotti alla volta dell’America. Ce n’è voluta a rompere il ghiaccio… Ma lo staff e le attività proposte hanno fatto sì che il reparto si formasse e cominciasse il percorso vero: il diventare “una grande famiglia”. Durante il primo campetto sono state lanciate ad ognuno le sfide sulle tre tematiche di Contingente, si è svolta una cena “medioevale” alla quale hanno partecipato illustri personalità toscane (lascio viaggiare la vostra fervida immaginazione), sono state formate le squadriglie (Fagiani, Caprioli, Lupi e Falchi) scegliendo animali che si potessero trovare in Toscana. Infine l’energico staff ha dato appuntamento al reparto per il secondo campetto svoltosi, come già detto, nel capoluogo Firenze…

Il campetto è cominciato col botto: al reparto (che per giunta non vedeva l’ora) sono stati consegnati i fazzolettoni di Contingente ( che a parer nostro sono semplicemente stupendi) nella piazza davanti all’omonima stazione Santa Maria Novella. In seguito l’allegra brigata di toscani si è spostata nella sede di un gruppo fiorentino; il pomeriggio poi è stato principalmente caratterizzato dai racconti di tre ragazzi che avevano partecipato al XXIII Jamboree in Giappone, racconti che hanno delucidato repartari e capi sull’andamento generale dell’evento (pazzesco ovviamente). La serata, poi, è stata scandita dal ritmo dei canti e dei bans proposti da noi ragazzi che, per l’occasione, ci siamo divisi in tre gruppi (uno americano, l’altro canadese e il terzo messicano) evidentemente a tema Jamboree.

La mattina seguente, dopo una dormita -come dire- “corta” le strade del centro storico di Firenze sono state invase dal Reparto che è giunto nel palazzo comunale (Palazzo Vecchio) per incontrare il sindaco di Firenze Dario Nardella. In sua presenza due ragazzi e due capi hanno parlato dell’evento a cui parteciperemo, del motivo per cui ci siamo fatti avanti per parteciparvi e del nostro obiettivo in West Virginia e al ritorno in Italia: “Costruire Ponti”. Nardella in seguito ha donato al reparto un’enorme bandiera della città che verrà portata “in modo trionfale” al Jamboree. Dopo un gioco “civitas” nel centro di Firenze, il reparto ha celebrato la messa nel duomo, quasi come a coronamento di quella giornata così originale e, una volta pranzato, è stata scattata dai fotografi del CMT la foto di rito davanti al ponte da cui il reparto prende il nome: Ponte Vecchio. Tengo a precisare che tutte le volte che il reparto ha posato per una foto ha gridato, quasi come un motto, il nickname Instagram del nostro illustre Caporeparto, ormai rassegnato da questo sfottò misto a estrema ammirazione. All’eco, infine, di questo nickname il campetto si è concluso nella piazza dove è stato iniziato, il reparto ovviamente non vede l’ora di riunirsi e di partire per questa grande avventura. Ma l’attesa del piacere di rivedersi cela nuovi sapori da scoprire e nuove sfide da affrontare. A presto!

Step 1: pronti, partenza e via… ci prepariamo a partire!

Signori e signore allacciate bene gli scarponi della grinta e mettete in spalla lo zaino della curiosità perché stiamo per partire! Fra poco più di 150 giorni partiremo per un’avventura a dir poco unica, indimenticabile. Solo a parlarne mi vengono i brividi e sorrido elettrizzata all’idea di partecipare al 24° Jamboree. Chi sono io? Io sono Giulia, del reparto “Ponte degli Alpini” composto da ragazzi provenienti dal Veneto e dal Trentino Alto Adige. Ci siamo conosciuti il 15 e 16 dicembre a San Floriano, in Veneto (comune di San Pietro in Cariano).

Diciamo che per andare al Jamboree uno scout dovrebbe essere equilibrista, acrobatico, fantasioso, musicale e sportivo… e con tanta voglia di divertirsi e conoscere tante nuove persone! Qualche gioco per iniziare a conoscerci e per spaccare il ghiaccio, un the caldo e tanti sorrisi. Eravamo sconosciuti, ma allo stesso tempo eravamo legati da qualcosa… un’avventura indimenticabile che rimarrà per sempre in ognuno di noi, un viaggio verso l’America, un’esperienza pazzesca!! La serata è passata in un battito di ciglia, prima un gioco a squadre… 3 tappe e 3 paesi da “conquistare”, un’asta per comprare pezzi di un cartellone con il motto Unlock a New World. Dopodiché abbiamo avuto un po’ di tempo per parlare con i Capi Contingente, che abbiamo avuto la grande fortuna di avere lì con noi. Finalmente cena! Ognuno di noi aveva portato da casa una prelibatezza tipica della propria regione, mamma mia che bontà… Ora seconda parte della serata, mega quiz a squadre sul Jamboree, sul Contingente Italiano e in generale sullo scoutismo; è stato molto interessante vedere quanto ben informati siamo, direi che il voto è: diesci! A fine serata abbiamo guardato gli imbarazzanti video che ognuno aveva fatto per l’occasione, quante risate, quanto divertimento… Dopo “qualche” chiacchiera finalmente è ora di andare a letto.

Che buongiorno è senza una musica rilassante e calma? Un buongiorno non di certo giusto per uno scout che andrà al Jamboree! Vai con Drunken Sailer a tutto volume!! Dopo aver fatto colazione e preparato gli zaini ci hanno finalmente divisi in squadriglie… due maschili e due femminili. Poi siamo andati ad un parco lì vicino e divisi per squadriglie abbiamo giocato a ruba bandiera. Dopo esserci svegliati per ben e scaldati un po’ è giunta l’ora della messa, perché come ben sappiamo la domenica è “il giorno del Signore” e come ogni bravo scout fa in questa giornata, bisogna andare a trovarlo. Dopo messa abbiamo scattato qualche foto e poi dentro al caldo per pranzare con una buona pasta con pomodoro e tonno. Sfortunatamente era già quasi l’ora di tornare a casa: dopo un po’ di svago abbiamo fatto l’ammaina bandiera, gli urli e un ultimo bim bum crac.

Ringrazio i nostri capi: Linda, Cesare, Michael e Don Amos per questo primo incontro e aspetto con ansia il prossimo! Siamo giunti alla fine di questo breve racconto quindi “wooOO” a presto, Giulia.

Fai la differenza (sfida ambiente)

I rifiuti oramai sono diventati un problema spesso difficile da gestire, a causa dell’immondizia si è venuta a formare l’isola di plastica, molti animali sono morti e continueranno a morire.

Le banche dati sui rifiuti urbani e speciali raccolgono ed organizzano i dati acquisiti ed elaborati dalla sezione nazionale del Catasto Rifiuti. Queste banche contengono le informazioni sulla produzione e sulla raccolta differenziata, sui costi di gestione dei servizi di igiene urbana e sugli impianti di gestione contengono le informazioni sulla produzione con dettaglio regionale.

In base ai dati raccolti è risultato che nella raccolta differenziata: il nord con una media del 64% e quasi tutte le province sopra il 50%, il centro 48,6% mentre il sud con situazioni fortemente arretrate non raggiunge la media del 38%.
Per i rifiuti rimane un forte squilibrio sugli impianti soprattutto in relazione ai target europei: un settore che avrebbe bisogno di investimenti per almeno 4 miliardi di euro,
Gli investimenti complessivamente realizzati dai gestori del campione nell’arco temporale 2012-2017 ammontano a 1,4 miliardi di euro, pari a 82,5 euro per abitante in sei anni (14 euro a testa all’anno). Il 46% degli investimenti è destinato alla raccolta e allo spazzamento, mentre il 54% agli impianti di selezione, avvio a recupero e smaltimento.

Come ben sappiamo Roma negli ultimi anni sta diventando una discarica a cielo aperto, la gente si sente a disagio quando cammina per alcune strade dovendo fare lo slalom tra la sporcizia, o quando si ritrova a tapparsi il naso vicino ai cassonetti.

In tutta la città è attiva la raccolta differenziata, porta a porta o stradale, con la separazione di scarti alimentari e organici, vetro, contenitori in plastica e metallo, carta e rifiuti non riciclabili.

L’associazione Legambiente ha fatto alcune proposte per cercare di risolvere la situazione aspirano ad aumentare il riciclo e renderlo più semplice possibile cosicché possa arrivare a tutti, ad aumentare gli impianti di compostaggio, a utilizzare meno plastica monouso nei supermercati.
Hanno intenzione di instituire tariffe puntuali per ridurre la produzione dei rifiuti e un’ecotassa in discarica.

Noi possiamo fare qualcosa per fermare questo disastro ambientale?
la risposta è sì, se solo imparassimo a fare la raccolta differenziata nel modo giusto.

La raccolta differenziata è il modo migliore per preservare e mantenere le risorse naturali, a vantaggio nostro, dell’ambiente in cui viviamo ma soprattutto delle generazioni future: riusare, riutilizzare e valorizzare i rifiuti, dalla carta alla plastica, al vetro, al legno, ai medicinali, alle pile esauste contribuisce a restituirci e conservare un ambiente “naturalmente” più ricco.

Ciò che penso è che le persone non badano abbastanza a ciò che fanno con i rifiuti, non tengono conto del male che fanno a loro stessi e a chi gli sta intorno, perché siamo tutti buoni a parlare, a criticare…ma quanti veramente fanno una giusta raccolta differenziata? immaginiamo un gruppo di amici, venerdì sera, mangia la pizza…danno per scontato che il cartone della pizza vada buttano nella carta, perché sembra logico, ma sono questi errori, questa negligenza, ci fa ritrovare in questa situazione.
Ci lamentiamo del buco nell’ozono, delle strade sporche, ma la gente dovrebbe usare la frase “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” come stile di vita e non come stato di whatsapp.

Velia Latini

THE ADVENTURE STARTS NOW!

“Sarò in grado di affrontare questo viaggio? “, “Riuscirò a fare nuove amicizie?” e persino “Saprò abbastanza l’inglese? ” sono le domande che fino al 7 dicembre, alla stazione di Pesaro, Marche, ci siamo tenuti nel cuore, in ansia e eccitati per l’attesa di incontrarci tutti e 36 per la prima volta. I nostri capi Stefania, Luca, Andrea e Don Cristiano, ci hanno aiutato a rompere il ghiaccio fin da subito attraverso alcuni bans che noi ragazzi avevamo preparato nei giorni precedenti. Arrivati qualche ora dopo a Fermignano in pullman ci siamo sistemati nel luogo che sarebbe diventato la nostra “base” nei due giorni successivi. Dopo aver predisposto le brandine abbiamo fatto un grande cerchio dove finalmente ci siamo guardati tutti in faccia (alla luce e al caldo). Nonostante la possibilità di riuscire a ricordare tutti i nomi fosse ancora lontana, non ci siamo lasciati scoraggiare e abbiamo continuato a giocare, cantare, mangiare e pregare. 
Per concludere la giornata ci siamo divisi in gruppi (cosa che ha facilitato la conoscenza e che abbiamo fatto molto spesso nei giorni a seguire) e verso mezzanotte, siamo stati spediti in giro con delle coordinate per esplorare la città, raggiungere e completare diverse sfide fino a tornare nella piazza principale. LÌ, grazie all’aiuto di due chiavi che avevamo ottenuto prima della partenza e dopo il gioco, abbiamo aperto un grande baule che conteneva i nostri primi gadgets: la maglietta e il cappello del reparto “Ponte di Fermignano”, esattamente lo stesso ponte su cui si trovava il baule! Infatti, come abbiamo scoperto poi durante un video di presentazione che i capi hanno proiettato sulla parete della Torre di Fermignano, era proprio quello il nome del nostro nuovo reparto!
Dopo la visione siamo crollati a dormire nelle nostre brande, esausti ma impazienti di scoprire le attività che avremmo svolto il giorno seguente.

Svegliati di buon’ora, dopo la colazione e una messa interamente in inglese, ci siamo trovati in piazza con dei ragazzi vestiti in modo particolare, con il fazzolettone scout, ma l’uniforme di un colore diverso, verde, e i pantaloni lunghi… Esatto, dei ragazzi del CNGEI! Abbiamo passato l’intera mattinata con loro sempre divisi in gruppetti, questa volta misti AGESCI e CNGEI, spostandoci in diversi punti di Fermignano dove i capi ci attendevano per varie prove volte al confronto e alla conoscenza delle due diverse associazioni; abbiamo capito che nonostante l’AGESCI e il CNGEI siano diversi in alcune cose, hanno lo stesso scopo e pensiero: lasciare il mondo migliore di come l’hanno trovato! 

Per tutti i pasti siamo stati ospiti della Croce Rossa locale, che è stata così gentile da offrirci il cibo che, affamati, aspettavamo impazienti. 
Nel pomeriggio, siamo stati avvisati che avremmo dovuto preparare, sempre in gruppetti, delle scenette con temi diversi (ma relative al Far West)  per animare il bivacco. 
Dopo questo, ci siamo fermati per fare un momento di Deserto, dove ognuno rifletteva sulla bellezza, l’accoglienza e l’ambiente. Infine abbiamo costruito una gru di carta su cui abbiamo scritto che cosa di noi intendevamo portare al Jamboree e che cosa volevamo migliorare, dopo averle lette e condivise con il resto del gruppo, le abbiamo attaccate a uno dei tre grossi mondi posizionati al centro del cerchio. Con questo gesto, abbiamo scoperto la frase che ha rappresentato la chiave di quel nostro primo campetto, sbloccare per svelare.
A seguire, i capi ci hanno chiesto di metterci in uniforme perfetta e, con delle bandiere in mano, abbiamo sfilato per Fermignano i cui abitanti erano riuniti nella piazza principale per l’accensione del maestoso albero di Natale. Ammettiamolo, faceva freddo. Molto freddo. 
Ma ne è decisamente valsa la pena. 
I canti natalizi, le luci, le risate ci hanno unito ancora di più. 

Dopo aver cenato, sempre alla Croce Rossa, abbiamo affrontato il cerchio serale con canti, giochi, bans, balli tipici del Far West e con le scenette che avevamo preparato. 
La mattina dopo eravamo tutti un po’ tristi perché consapevoli che mancavano poche ore alla fine di quella nuova, prima esperienza, e alla nostra separazione. Ma sapevamo che sarebbe stato solo un addio temporaneo, un arrivederci.

Mentre aspettavamo i nostri genitori, affrontando altri giochi in squadra nuovamente in giro per la città, pensavamo a come quei pochi giorni e quelle poche ore fossero bastate a renderci già un gruppo così unito. I timori del primo giorno ora erano diventati solo un piccolo foglio di carta accartocciato nell’angolo più remoto della nostra mente. Non c’era da preoccuparsi, perché avevamo trovato degli amici che avrebbero condiviso con noi questa avventura. Finalmente, quando i genitori cominciavano ad arrivare, ci siamo riuniti sul ponte e abbiamo formato le squadriglie. Insieme ai genitori siamo stati alla messa, a pranzo e abbiamo concluso la giornata con un tour della città guidato dal sindaco di Fermignano in persona. 
Dopodiché, con la tristezza nel cuore, ci siamo salutati. 

Questa esperienza fantastica ci ha aiutato a renderci conto della strada che abbiamo intrapreso, dell’avventura che abbiamo cominciato ad affrontare e che ci condurrà all’esperienza più bella di sempre! 

Deborah 
Reparto Ponte di Fermignano

Ponte di Rialto: un’unica famiglia

Quel giorno, quando ci arrivò la mail, non ci conoscevamo ancora. Eppure già cercavamo di immaginare i volti dei ragazzi e delle ragazze che presto avrebbero costituito il nostro reparto.

Ci siamo incontrati un’umida sera di Dicembre, a Cornuda (TV). Inizialmente tutti ci studiavamo. Appena entrati, avevamo l’indicazione di appoggiare le specialità delle nostre zone di provenienza sul grande tavolo e sederci. Cercavi subito un volto familiare, possibilmente con un posto vicino. Invece no. Vedevi le persone che si stringevano con un sorriso, tanto da stare in otto in una panca da quattro. Ma che importa? Sono tutti tuoi amici, tutti la tua famiglia. Ti porgevano la mano, chiedevano il tuo nome e il tuo reparto e boom. Fratelli.

I capi si sono presentati: si chiamano Andrea, Giulia e Don Fabio, successivamente avremo conosciuto Nicola. Ricordo ancora le loro parole: “Ciao a tutti, noi siamo i vostri capi e vi porteremo in America”. Il brivido che ho sentito credo sia stato condiviso da tutti i miei compagni.

Abbiamo mangiato in abbondanza, senza sentire il bisogno di mantenere un minimo le distanze, perché sembrava di conoscere quei ragazzi da sempre.

Ci siamo sistemati nelle camere, poi abbiamo fatto un gioco con delle carte. Per ogni carta c’era un’immagine diversa, abbastanza strana. Ognuno sceglieva quello che lo rappresentava di più e diceva una parola per descrivere l’immagine, quindi sé stesso. Avventura, disordine, sogni, tenace, amicizia… poi un altro gioco, per imparare i nostri nomi. E qui abbiamo fatto la vera conoscenza. Sapevo che non avrei ricordato subito tutti i nomi, i loro volti erano tutti diversi, ma avevamo tutti lo stesso identico sorriso, quindi a chi importa dei nomi? C’era tempo.  Successivamente abbiamo guardato i video preparati da noi sulla bellezza dei nostri gruppi che portiamo con noi al Jamboree. Poi siamo andati a letto, stanchi e felici (anche se ci siamo addormentati verso le tre di notte dall’agitazione 😉 ).

Abbiamo passato tutto il secondo giorno a ridere, giocare e a conoscerci tramite attività e alcuni momenti di tempo libero. La cosa migliore è stata quando, mentre ero in camera con le altre ragazze, ho cominciato a canticchiare una canzone che credevo del mio reparto solamente, ma ad un certo punto ho sentito una, due, tre voci che cantavano con me. Note diverse, voci diverse. Ma le stesse parole.  La stessa cosa mentre i capi ci insegnavano la canzone che ci rappresenterà in America, “Take Me Home, Country Roads”.

Nel tardo pomeriggio i capi ci hanno fatto fare un gioco strano. C’erano delle scatole, sopra delle quali una lista di nomi: bisognava risolvere degli enigmi, per riuscire ad aprirle, molto in stile “Escape Room”.

Sul fondo c’era una bandierina bianca molto familiare: ricordo ancora l’urlo delle mie ragazze quando abbiamo realizzato che quella era la nostra squadriglia. La sera dovevamo presentarci in quadrato, con il nome e l’urlo di squadriglia e così sono nati i Cascabel, i Koati, le Alci e gli Scorpioni: due squadriglie femminili e due maschili. Durante il cerchio serale dovevamo immaginare l’incontro che avremo con gli scout delle altre nazioni e immaginare come noi italiani verremo visti dagli altri. Tra le risate, i giochi e i canti è arrivata la notte, e dopo la preghiera siamo andati “a dormire”.

La mattina dell’ultimo giorno abbiamo partecipato alla messa con Don Fabio e ciascuno ha portato all’altare le foto del proprio paese. Infine, per concludere in bellezza abbiamo fatto un’enorme partita a roverino, anche se non era così semplice giocare in 36.

Poi è arrivato il momento dei saluti, ed è stato difficile un po’ per tutti, perchè all’inizio eravamo tutti sconosciuti, ma alla fine un’unica famiglia!

Reparto Ponte di Rialto

Eurojam in Pillole

Il concept dell’Eurojam è “Be the Spark”, ed è il messaggio che guida la preparazione dell’Eurojam per costruire insieme questa nuova avventura europea. 


Gli obiettivi: incoraggiare gli esploratori e le guide a scoprire il loro potenziale quali “changemaker”, veri e propri fattori di cambiamento; aumentare la consapevolezza degli esploratori e delle guide alle sfide per l’Europa e per il mondo, nonché della loro responsabilità per le loro comunità locali; sviluppare l’accoglienza degli altri per vivere in pace; imparare ad abbracciare le sfide, sviluppare l’autosufficienza e la fiducia in sé stessi; sviluppare competenze. 

Date: inizio con la cerimonia di apertura del 27 luglio 2020 fino alla cerimonia di chiusura del 6 agosto 

Dove: Isola di Sobieszewo a Danzica sulla costa del Mar Baltico nel nord della Polonia 

Partecipanti: 

  1. E/G di età compresa tra i 14 e i 15 anni (nati tra il 1 gennaio 2004 e il 26 luglio 2006; che nel 2019/2020 saranno al penultimo o ultimo anno di reparto, con preferenza ai primi). 
  2. R/S maggiorenni, raggruppati in 1 clan di formazione, nel ruolo di International Service Team (IST).
  3. Capi reparto e Staff di Contingente (CMT) 

Modalità di iscrizione: tramite il portale di Buona Caccia o strumenti similari (vedi sito www.eurojam.it).

Quota: a carico del partecipante

Calendario prossimo: 

  • Ottobre/dicembre 2018: Lancio dell’evento in Associazione 
  • Dicembre 2018: Apertura presentazione candidature tramite il portale di Buona Caccia o strumenti similari
  • Marzo 2019: Chiusura presentazione candidature e passaggio schede in Zona e Regione 

Info: ufficioeurojam@agesci.it

Ambasciatori pugliesi per il wsj2019 finalmente insieme

Ma che cos’è? Al centro dello stanzone in cui i ragazzi vengono fatti entrare, è situato il logo del contingente italiano del Jamboree, un ponte per l’appunto, interamente realizzato con i fazzolettoni che gli ambasciatori hanno fatto firmare ai membri del proprio reparto: un ponte che significa unione, adesso, di tutti i nostri reparti, ma al Jamboree sarà l’unione delle diverse culture e tradizioni di contingente in contingente.

L’evento si è svolto a Taranto, dal 7 al 9 dicembre 2018, presso il seminario “Poggio Galeso”

È  il 7 dicembre 2018, sono le 16:30, e trentasei ragazzi provenienti da tutta la regione Puglia si incontrano per la prima volta davanti al seminario minore di Taranto, “Poggio Galeso”.

Tutti loro indossano fazzolettoni di colori diversi, accompagnati dai loro capi reparto, che tra un po’ li lasceranno, per far si che  vivano a pieno questa meravigliosa avventura, la prima tappa verso il World Scout Jamboree 2019.

Sono arrivati tutti, e finalmente si può cominciare! I ragazzi vengono fatti avvicinare ad un punto check-in ricreato dai capi del nuovo reparto “Ponte delle stelle”. Qui vengono consegnate le chiavette USB che ognuno degli ambasciatori ha portato, contenenti due video che hanno realizzato con i propri reparti e squadriglie, e che successivamente guarderanno tutti insieme, allo scopo di conoscersi meglio. E cosa c’è di meglio di un bel ban per rompere il ghiaccio? A poco a poco e con un po’ di timidezza, ognuno degli ambasciatori propone una danza proveniente dal proprio reparto, e subito il clima diventa più piacevole.

È il momento di depositare i propri zaini e, quindi, di aprire le porta del seminario…ora i ragazzi, nell’attesa che i capi diano il via al campo, hanno del tempo per parlarsi e confrontarsi e, chissà, formare già delle nuove amicizie! Ma adesso, il primo campetto di preparazione al Jamboree comincia! Durante il lancio organizzato dai capi reparto, l’assistente ecclesiastico don Andrea parla al reparto dicendo che non siamo stati scelti per quest’avventura perché abbiamo qualcosa in più rispetto agli altri, ma perché forse ciò che andremo a vivere riuscirà a cambiare la nostra vita e farà in modo che ne parliamo con tutti coloro che conosciamo, non solo nei nostri reparti di provenienza, portando anche loro con noi in West Virginia.

Arriva ora la parte in cui si scopre la storia di ognuno, guardando i brevi video realizzati con tutti i reparti, in cui si parla della bellezza che ogni ambasciatore porterà con sé al Jamboree…con una sua breve presentazione agli altri al termine della visione.

Quante passioni e quante emozioni condividiamo!

È  il momento di cenare, ma tutti in maschera! E così, guardandosi intorno, ci si ritrovava in mezzo a messicani, canadesi e statunitensi, che in seguito avrebbero fatto visita ai propri Paesi, con tre brevi attività…e adesso a nanna, in attesa che un nuovo giorno abbia inizio!

“Al chiaror del mattin, al chiaror del mattin, ci sveglia una canzon!”: è così che ci si risveglia, tutti ancora assonnati, nei propri sacchi a pelo. Dopo una bella rinfrescata e una buona colazione di dolci e biscotti preparati appositamente dalle squadriglie di provenienza di alcuni di noi, zaino in spalla e si parte per il centro di Taranto!Appena arrivati, vengono formate cinque piccole pattuglie, ognuna guidata da un ambasciatore residente in questa città, che, fornite di un taccuino sul da farsi, cominciano ad addentrarsi nel cuore di Taranto. Gli ambasciatori, infatti, dovranno compiere delle semplici missioni, come disegnare il percorso intrapreso, alla scoperta dei ponti e del loro significato, ma la parte fondamentale del viaggio sarà intervistare i passanti su costumi, abitudini e tradizioni tarantine, sul significato che loro danno al simbolo del “PONTE” e soprattutto scoprire se sanno qualcosa del Jamboree…

Il centro della città era tutto addobbato con splendenti lucine e decorazioni a tema natalizio, e per chi non l’aveva mai visto è stata una scoperta. Al termine del tempo stabilito dai capi reparto, i ragazzi si sono ritrovati nel parco principale, dove  hanno realizzato in gruppo dei ponti umani…e non potevano mancare innumerevoli risate!

Successivamente il reparto si è diretto verso il Castello Aragonese dove abbiamo incontrato dei marinai che ci hanno raccontato la storia della bellissima città.

La fortezza era stata costruita con una sporgenza verso il mare, in modo da poter controllare se eventuali nemici volessero attaccare l’antica Taranto tramite delle imbarcazioni. Dopodichè, i giovani esploratori e le giovani guide si sono diretti in una chiesetta che faceva parte del castello e hanno celebrato la messa per il giorno della Madonna Immacolata in allegria.

Finita la gitarella è il momento di dirigersi di nuovo alla fermata per prendere l’autobus e tornare al seminario. Lungo il tragitto, i ragazzi cantano e si divertono, con vero spirito scout. Tornati, hanno potuto godersi un ottimo pranzo preparato da “la zia’’, una simpatica e dolce sorella scout che faceva parte dello staff logistico del campetto.

Dopo un breve momento di siesta, i ragazzi si sono divisi in due gruppi misti che dovevano fare due lavori diversi.

Un gruppo aveva il compito di trasformare secondo la propria creatività e stile un semplice omino di legno, per poi attaccare sulla sua testa la propria fototessera: e la fantasia non è mancata!

Il secondo gruppo, invece, ha cominciato a realizzare su un grande lenzuolo bianco il logo del grande gioco delle sfide che stiamo vivendo in preparazione al Jamboree per… UNLOCK A NEW WORLD, abbiamo disegnato e dipinto tre mondi, collegati fra loro da alcuni ponti…e, l’opera completata, verrà esposta a tutte le nazioni! Col passare delle ore, i due gruppi si sono scambiati di ruolo, così che tutti potessero svolgere entrambe le attività.

Dopo questo lungo momento creativo, i capi hanno chiamato il quadrato per formare tre pattuglie, in base al sentiero di ogni ambasciatore, che avrebbero organizzato la grande Fiesta dell’ultima serata. Un gruppo, infatti, si è occupato dell’animazione, un altro ha preparato la cena e un altro ancora ha allestito la sala. Il tema del sontuoso party era proprio l’America. La cucina è stata deliziosa: i cuochi hanno preparato hamburger, patatine fritte e pancakes alla nutella. Alla fine della frenetica serata, si va a dormire: è stata una giornata lunga, ma bellissima, e domani ce ne aspetta una nuova.

Sono le sette del mattino e un forte canto apre gli occhietti assonnati degli ambasciatori. Durante la mattinata, dopo aver fatto colazione e dopo essersi lavati, si dirigono all’esterno della struttura, in un piccolo, magnifico giardino, per celebrar la messa della Santa Domenica, accompagnata dai suoni e dagli odori della natura, e poi di nuovo dentro per la visione di un video molto profondo ed intenso, la cui morale spiega come la diversità tra noi esseri umani sia così naturale quanto meravigliosa, e non importa se la nostra vita è stata travagliata e piena di sofferenze, perché ciò che ognuno deve ricordare sempre è di non mollare mai.

Dopo la catechesi e la pausa pranzo, è il momento di chiamare all’esterno l’ultimo quadrato del campetto, per uno speciale rito, il primo passo per la concretizzazione del nuovo reparto: la famelica formazione delle squadriglie.

I ragazzi sono così entusiasti e muoiono dalla voglia di sapere con chi sarebbero capitati.

E…ta-da! Ecco a voi quattro bellissime squadriglie, i guidoni nuovi di zecca e una bandiera ancora da realizzare; ma nessun esito a scegliere gli animali rappresentanti e a idealizzare un grido!

Finalmente siamo pronti, il viaggio può cominciare, ma, aspettate, bisogna prepararsi al meglio e soprattutto avere pazienza…

Prima di lasciarsi e di tornare nei propri reparti di appartenenza, i nostri ambasciatori hanno ricevuto un timbro, sulla propria carta dell’ambasciatore, che ufficializza il completamento delle prime tre sfide di bellezza, accoglienza e ambiente, e anche un braccialetto: “sbloccare per svelare  Jamboree 2019” c’è scritto…un ricordo, per riuscire a tenere a mente che quella che stiamo per vivere non è solo una semplice avventura!

Ciao a tutti, ci rivediamo a San Giorgio”: è il momento di andare…

BUONA CACCIA, E… ALLA PROSSIMA!

Le redattrici del reparto Ponte delle stelle,

Libellula volenterosa, Spinazzola 1

Giraffa espressiva, Calimera 1