GUARDO IN GIÙ E VEDO… LA TERRA
YAMAGOUCHI
Lo Scoutismo si rende utile anche nello spazio. Soichi Noguchi, 50 anni, è un astronauta giapponese che riveste il ruolo di ingegnere spaziale nella JAXA. È stato protagonista di diverse missioni con cui ha ottenuto importanti riconoscimenti nella sua nazione. Infatti ha avuto l’opportunità di essere stato il quinto astronauta giapponese ad andare nello spazio, per 177 giorni, e a viaggiare sullo Space Shuttle. All’età di nove anni, prima ancora di coltivare la sua passione per l’universo, ha incominciato a frequentare gli Scout a Yokohama. Quella di oggi è la sua prima apparizione ad World Scout Jamboree ed è molto emozionato a raccontare la sua esperienza spaziale.
Come ti è venuta l’idea di diventare astronauta?
Quando frequentavo le superiori, ho visto un programma sull’universo e ho pensato “It’s a cool job!”. Non avrei mai pensato che avrei coltivato questo sogno per tutta la vita. Al termine dei miei studi mi hanno offertol’opportunità di entrare a far parte JAXA, Japan Aerospace Exploration Agency, e ancora adesso posso dire che sono stato fortunato.
Quale è stata la tua miglior esperienza nello spazio?
La miglior esperienza è stata senz’altro la prima volta che sono uscito dallo shuttle ed ho visto la terra dall’alto. È stata un’emozione forte e indimenticabile che non potrei mai dimenticare. Quando ero piccolo mi affascinavano le immagini della Terra stampate sui libri di scuola, e là, in quell’istante ero proprio io a vederla dall’alto
Come trascorri il tuo tempo quando non sei sulla navicella?
Io e i miei colleghi ci alleniamo per la volta successiva che andremo nello spazio; gli addestramenti sono molto intensi che durano anche tre anni, ma quando bisogna partire si è veramente preparati. Ad esempio in questo momento un mio collega è in orbita nello spazio
È difficle muoversi nello spazio?
Non è possibile utilizzare i muscoli, quindi per muoverti sei costretto ad aggrapparti a ciò che ti circonda o a nuotare” nell’atmosfera. Non si può dire che è difficile perché con il passare del tempo ci si abitua. Si è in continuo movimento nel vuoto ed è anche possibile eseguire acrobazie da veri e propri ginnasti!
Come trascorri una giornata nella stazione spaziale internazionale?
Ci si sveglia molto presto, verso le sei in punto circa, e si incomincia a lavorare fin da subito e seriamente. La sera, invece si va a letto tardi, alle 23:00 o perfino alle 24:00 e bisogna dormire in piedi all’interno di una cabina. La mia giornata è possibile paragonarla a quella di un Jamboree, molto produttiva e stancate, con qualche piccola differenza. Se si vuole guardare al di fuori di un finestrino non puoi mai capire quale momento è del giorno, perché la stazione ruota intorno alla Terra ad una velocità di 7,66 km/s impiegando novanta minuti. Al lavoro si alternano dei momenti di tempo libero in cui solitamente mi diverto o rimango ad osservare le stelle come fossero i soggetti di un quadro
Come fai a bere quando sei lassù?
È il momento della giornata che mi piace di più. I liquidi sono sottovuoto e per cercare di consumarli devo lasciarli fluttuare nel vuoto, e mentre assumono forme strane e invitanti, provare a ingoiarli. L’acqua di solito viene riciclata perché le navicelle che devono rifornirla raggiungono la stazione spaziale una volta al mese
Come fai ad andare in bagno?
Non ci vado mai perché a causa della forza di gravità è complicato espellere le proprie sostanze liquide e solide dal corpo. Per questo motivo è stato creato un tubicino, che collegato alla tuta, permette di soddisfare le proprie necessità
Hai detto che facevi lo scout, quali sono le esperienze che ti sono piaciute maggiormente?
Sono stato capo scout del secondo reparto di Chigasaki, una parte del Kanagawa Scout Council. Ho provato delle bellissime esperienze che mi hanno insegnato tante tecniche che ho potuto applicare anche nello spazio. Le attività che si basano sul “Teamwork”, ovvero il lavoro di gruppo, sono quelle che mi sono piaciute di più.Il lavoro di squadra è indispensabile nella vita che permette di risolvere qualsiasi cosa insieme. L’unione del gruppo per me è una cosa incomparabile!
È vero che dallo spazio si vede la grande muraglia cinese?
“No, non si può vedere” è stata la sua risposta. Però quando la muraglia cinese era una delle più grandi opere sulla faccia della Terra probabilmente si sarebbe potuta ammirare
Il tema di questo Jamboree è “WA: a spirit of unity”, è possibile che anche la vita lassù si basi su questo concetto?
Non ci sono dubbi perché se nella stazione spaziale internazionale non ci si rispetta e non si è uniti, niente non potrà mai funzionare. Il “WA” è la chiave della squadra di comando, ed essere lassù di fianco ai miei colleghi è come stare in una famiglia, in una famiglia di astronauti
Maria Pesaresi e Jacopo Prato