Un piede nella tenda, uno nella HoHo!

HoHo
Valeria ci racconta cos’è, come funziona e dove si svolge la Home Hospitality: 3 giorni di vera vita quotidiana giapponese, tra riso, té e Sol Levante! 
Ninja, Samurai, riso e Geisha. Queste sono le prime cose che vengono subito in mente alle persone quando si parla di Giappone. Ciliegi in fiore, il paese del Sol Levante, la cerimonia del té… Ma quante di queste cose sono vere e quante invece sono luoghi comuni ripetuti a pappagallo e amplificati dal passaparola?
Il Giappone è davvero molto lontano dalla nostra cultura mediterranea, oltre ad essere situato a circa 10mila chilometri dall’Italia; pur essendo un paese estremamente moderno e avanzato, è quanto di più lontano si possa immaginare dalla nostra realtà. A questo proposito, l’organizzazione giapponese del Jamboree ha dato la disponibilità ad ampliare il soggiorno prima dell’evento, in modo da vivere appieno la loro quotidianità e di conoscere al meglio le loro tradizioni.
È così che è nata l’Home Hospitality, o HoHo, occasione che abbiamo deciso di non farci scappare per poter conoscere meglio i nostri fratelli giapponesi.
Ma come funziona l’HoHo?
Tutti noi partecipanti del Jamboree del Contingente Italiano arriveremo in Giappone 3 giorni prima dell’inizio del Jamboree; appena atterrati ad Ōsaka, all’interno di ciascun Reparto/Compagnia verranno formate delle coppie che saranno suddivise in varie famiglie sparse per la zona del Kansai.
L’organizzazione giapponese ci ha messo a disposizione 5 prefetture (o province) all’interno delle quali saremo suddivisi: Kyoto, Kobe, Nara, Shiga e Wakayama.kyoto
Sono tutte città molto vicine all’aeroporto Internazionale di Ōsaka, con una media di un’ora e mezzo al massimo di distanza una dall’altra.
Fino al 1868, Kyoto fu la capitale imperiale del Giappone, e lo fu per più di 500 anni. Questo è importante non solo dal punto di vista storico, ma soprattutto per l’eredità culturale della zona: Kyoto e dintorni, infatti, e quindi tutta la zona del Kansai, sono ricchissime di monumenti, templi e zone sacre molto importanti per la cultura del Giappone. Tutto ciò che noi conosciamo, dalle Geisha ai Samurai, ha avuto luogo in questa zona. Ne consegue che sia una delle zone più belle da visitare!
Una volta suddivise in famiglia, le coppie parteciperanno al 100% alla vita della famiglia ospitante. È molto probabile che non ci si riuscirà ad incontrare durante questi 3 giorni di soggiorno. L’organizzazione giapponese non ha richiesto un programma specifico per gli ospiti, proprio per favorire il contatto con la vita di tutti i giorni delle famiglie ospitanti. Va da sé che noi ospiti dovremo essere aperti e disposti a tutto, soprattutto ad accettare con curiosità ed entusiasmo ciò che ci viene offerto; ricordiamo infatti che loro lo fanno col cuore e che per il popolo giapponese è un onore avere degli ospiti stranieri.
Faranno di tutto per metterci a nostro agio, cercando di parlare italiano (google translate va alla grande!!!) e magari anche tentando di offrirci la pizza o qualche surrogato che loro credono essere italiano. Accettatelo ma non trattenetevi dal dire che in Italia le cose sono un po’ diverse! …sempre con la dovuta educazione, questo è certo.
Per tutto ciò che riguarda come comportarsi, rimandiamo al Vademecum, all’interno del quale troverete un sacco di altre curiosità su questo popolo così buffo e allo stesso tempo solenne e rispettoso delle regole. Perché invece non andiamo a curiosare un po’ assieme in queste zone che ci ospiteranno???
Oggi iniziamo con Wakayama e con la prefettura di Shiga!
WAKAYAMAwakayama
La prefettura di Wakayama confina a nord con la prefettura di Ōsaka, e ad est con le prefetture di Mie e Nara. Si affaccia ad ovest sul mare interno ed a sud sull’Oceano Pacifico.
Sede di alcuni tra i centri religiosi più importanti del Paese, la storia di questa regione si perde nel tempo da quando monaci iniziarono a frequentare queste montagne e la penisola divenne un luogo sacro, simbolo dell’unione tra la forza divina e la potenza naturale. I giapponesi, per cultura sensibili al fascino della natura, da secoli continuano a rendere omaggio a questa regione visitandola in migliaia ogni anno.
I paesaggi di queste terre sono, infatti, rimasti immutati e ogni stagione è ottima per godere delle bellezze di questo paradiso. Se d’inverno la neve porta sulla montagna un irreale silenzio, in primavera le rosse lacche dei templi si confondono con il rosa dei fiori di ciliegio i quali, una volta sfioriti, lasciano spazio alla vegetazione estiva. In tempi remoti fu proprio la bellezza selvaggia di queste montagne a stimolare lo sviluppo di un culto di adorazione della natura che esiste ancora oggi.
Le montagne di questa penisola sono uno dei rari luoghi dove è possibile incontrare gli Yamabushi, sciamani e asceti delle montagne che da secoli praticano lo shugendo, un’antica religione sincretista che unisce elementi buddisti, scintoisti, taoisti e prove di resistenza fisica.
Culla di spiritualità, la provincia di Wakayama ospita uno dei centri mistici più importanti di tutto il Giappone, il Koya-san (il Monte Koya), il complesso monastico eretto nell’816 dal monaco buddista Kobodaishi fondatore della scuola esoterica Shingon che qui vi viene ancora praticata. Immerso in un ambiente sereno e circondato da una natura rigogliosa e pura, Koya-san è una delle mete di pellegrinaggio più antiche e frequentate del Giappone.
Wakayama è rinomata in tutto il Giappone per i suoi tradizionali dessert alla frutta, in particolare per quello denominato “umeboshi” composto da prugne sottaceto e mandarini oltre, naturalmente, al “banana split” diffuso un po’ ovunque.
Il clima ha un carattere subtropicale umido con estati calde e inverni freddi e consistenti precipitazioni piovose durante tutto l’anno, ma maggiormente in estate.
SHIGA
Shiga è una prefettura giapponese di 1 milione e 500mila abitanti, con capoluogo Ōtsu. Si trova nella regione di Kinki, sull’isola di Honshu. È dominata dal Biwa-ko, il lago più grande del Giappone.
Pur essendo di ridotte dimensioni, questa prefettura vanta numerose attrattive, che si possono facilmente visitare in giornata.
Biwa-koI principali motivi di richiamo sono le cittadine di Nagahama, nota per il quartiere degli artigiani vetrai di Kurokabe Square e Hikone, che conserva un bel castello originale. Meritano una visita anche i templi, come il Mii-dera e l’Ishiyama-dera, e il Miho Museum.
La prefettura di Shiga è situata sull’isola di Honshu. Al suo interno si trova il maggior lago del Giappone, il Lago Biwa.
Ōtsu è il suo capoluogo della prefettura di Shiga, in Giappone.
Al centro della prefettura si trova il lago Biwa, il più grande del Giappone, molto significativo per l’industria del turismo. Alcuni degli angoli più suggestivi cittadini sono compresi negli otto panorami di Omi, immortalati in diverse opere artistiche. La zona di Otsu è famosa anche per le sue industrie tessili
Nel 667, alla morte della madre, l’imperatrice Saimei, il reggente e futuro imperatore Tenji fece spostare la capitale del paese da Naniwa, l’odierna Ōsaka, a Ōtsu, dove face costruire il palazzo imperiale Ōmi. Ōtsu si trovava infatti nell’antica provincia di Ōmi. L’imperatore istituì un governo centralizzato e promosse un censimento. Alla sua morte, si scatenò una guerra civile tra i suoi eredi che fu vinta dal principe Oama. Questi divenne imperatore nel 672, prese il nome Temmu e fece spostare la capitale ad Asuka kyō, la capitale classica di quel periodo della storia giapponese.
Nel 1184, Ōtsu fu teatro della battaglia di Awazu, una delle ultime della quinquennale guerra Genpei, che segnò la distruzione del clan Taira e permise la presa del potere da parte di Minamoto no Yoritomo, che istituì e divenne il capo dello Shogunato Kamakura.
Il castello di Ōtsu fu posto sotto assedio nel 1600 dalle forze di Ishida Mitsunari, nel tentativo di forzare le difese degli alleati di Tokugawa Ieyasu. La guerra civile avrebbe avuto fine in quegli stessi giorni con la battaglia di Sekigahara, vinta dalle forze di Ieyasu, che divenne così l’indiscusso capo del Giappone, divenendone nel 1603 lo shogun, con la fondazione dello shogunato Tokugawa, che avrebbe retto le sorti del paese fino al 1868. Il castello di Otsu venne in quegli anni raso al suolo e con i materiali di risulta fu costruito il castello Hikone tra il 1603 ed il 1622, che sorge nelle vicinanze a nord, lungo le rive del lago Biwa.
La città venne ufficialmente istituita il 1º ottobre 1898. Alla fine del XIX secolo venne anche costruito un canale artificiale, espanso più tardi durante il regno dell’imperatore Taisho, che tuttora collega la città di Ōtsu con Kyōto; facilitò il trasporto di beni e persone fra le due città ma permise anche di fornire l’energia elettrica per il primo servizio di tram del Giappone.
Nel 1930, è stato costruito il santuario shinto Omi-jingu, per onorare la memoria dell’imperatore Tenji e per ospitarne lo spirito. In tale santuario, viene ospitato ogni anno in gennaio il campionato nazionale di karuta, il tradizionale gioco di carte giapponese. Dal 1963, la prima domenica di marzo, sulle strade cittadine si corre la maratona del lago Biwa, manifestazione che richiama atleti di fama internazionale
Nel 1994 i monumenti storici dell’antica Kyoto (città di Kyoto, Uji ed Ōtsu) sono stati inseriti nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.