Il reparto Eduardo de Filippo ed il resto del Mondo

31/10/2014-2/11/2014 Un totale di tre giorni dove la maggior parte delle persone festeggiò, come ogni anno, Halloween, il giorno dei Morti, Ognissanti… Una piccola parte della popolazione mondiale, formata da quasi settanta persone, si riunì in questi giorni, ma non per festeggiare; non parlo di attività triste o maligne, anzi! Queste settanta persone passarono dei grandi momenti insieme, momenti indimenticabili, felici. Ma comunque lo scopo di questa riunione non era festaiolo: bensì di scoperta.
Si dà il caso che queste settanta persone fossero scout; più precisamente CNGEI; più precisamente il reparto Eduardo de Filippo ed il suo staff, che puntava lo sguardo ad est, verso il 23° scout Jamboree in Giappone: il resto del Mondo. Il resto degli scout.
È davvero complicato spiegare l’atmosfera del tutto: nonostante i 58 ragazzi lì presenti provenissero dall’Emilia-Romagna verso il sud dell’Italia c’era totale armonia tra loro. Totale! E tutto (vi giuro che è davvero complicato buttar giù queste idee a parole: ho riscritto il testo almeno una decina di volte) tutto filava liscio, come un ingranaggio oliato di fresco, come se tutto fosse stato già deciso e predisposto per essere perfetto. Armonia. E come spiegare la gioiosa complicità dei giovani? Come? Decine di scout che si incontrano la prima volta, ed il risultato è un’enorme rimpatriata di grandi amici che non si sono mai visti tra loro.
Stavamo dicendo che lo scopo della rimpatriata era la scoperta; perché oltre le chiacchierate e lo spropositato numero di battute tra gli scout, l’obbiettivo ultimo, definitivo era il Jamboree (come ho già detto prima. Spero di non ripetermi più). Questi giovani erano ignoranti in materia! Le poche testimonianze racimolate in rete non supplivano certamente all’esperienza reale del raduno mondiale sopracitato. Dato che non si potevano chiamare a raccolta 30’000 scout, i capi chiamati in carica cercarono di simulare al meglio almeno il luogo dove si sarebbe tenuto il Jamboree: e lezioni sul Giappone furono! Creazione di manga, dipinti di alberi di pesco, domande sulla geografia e politica, origami. Scoprivano il paese del Sol levante.
Per ricordare ai viaggiatori che il campetto non era una verifica scolastica ma la preparazione ad un viaggio (appunto), quale oggetto iconico di quest’attività più adatto della valigia? Una valigia riempita dei pensieri di questi intrepidi viaggiatori, le loro immagini e scritte. Il contenitore del primo campetto del Jamboree, tenutosi a Capranica tra ottobre e novembre, con 58 ragazzi, 4 capi e vari membri dello staff, le paure, la leggerezza, l’ansia, il movimento, i colori, il sole ed il gelo e la notte, lo scoutismo.
Alla fine dei tre giorni i ragazzi tornarono ognuno a casa propria.
Tre giornate intensissime! Tutto ciò che quei giovani avevano passato! Sarebbe stato mai possibile eguagliare il tutto?
Sì. Perché i membri del contingente italiano CNGEI al 23° Jamboree internazionale dello scoutismo si sarebbero incontrati di nuovo a Bari, ancora una volta. Avrebbero passato altri giorni insieme, creando una grande energia. Come un motore umano.
Preparati ancora di più ad incontrare il resto del Mondo.
Mario Gherlanz